Foco! Feste e riti nei Monti Lepini. Con l’arrivo della primavera sui Monti Lepini è possibile assistere a riti e feste legate al passaggio stagionale. Nell’oscurità delle ultime notti invernali si potrà vedere il bagliore di fuochi e falò. Le Ceneri iniziano un periodo particolarmente difficile dell’anno che noi nella comoda vita odierna abbiamo “apparentemente” rimosso, avendo a disposizione un’eccessiva disponibilità di cibo: abbiamo, infatti, le arance della Spagna, il prosciutto in offerta di “montagna” (che non si sa in realtà quale montagna), carne a volontà etc etc. Un tempo no, ci si doveva accontentare di quello che la stagione poteva offrire evocando gli spiriti benigni della terra.
L’uso di accendere fuochi in prossimità dell’equinozio di primavera è attestato in tante culture, bruciare significa rinnovare, si bruciano gli scarti di falegnameria, le potature (in molti casi dalle nostre parti rami di ulivo), cespugli per rinnovare i prati. Nei Monti Lepini questo rito è presente in occasione di feste come San Giuseppe, Pasqua, Ascensione. Ci sono i Faoni di Sermoneta a San Giuseppe, a Suso, Priverno, il venerdì santo si accende un grande fuoco davanti la chiesa di Santa Maria a Sezze, nella stessa notte a Roccagorga si celebrano i “focaracci”, la sera dell’Ascensione a Bassiano i “faune“. Con l’arrivo dei veneti in pianura pontina si è aggiunta la tradizione di bruciare la “vecia” la notte dell’Epifania una tradizione ormai integrata nella cultura lepino-pontina che testimonia la ricchezza antropologica e culturale del nostro territorio. Probabilmente è il periodo più suggestivo dell’anno nei monti Lepini, il periodo che precede la semina. Si avverte una tensione, un pulsare degli elementi, l’alternarsi delle fasi lunari diventa come un battito cardiaco che aunenta nell’attesa. I colori variopinti dei monti avvertono che la rinascita è vicina.